mercoledì 12 settembre 2012

Zoo di Colonia

In genere non amo gli Zoo, li ho sempre visti come luoghi restrittivi e innaturali
per quei poveri animali.
Da bambina mi divertivo ad andare a trovare le scimmie, per portar loro le noccioline.
Lo Zoo distava dieci minuti da casa, e cosí, quando riuscivo a convincere i
miei genitori , passavamo la domenica tutti assieme a zonzo per il parco, chi ad
intavolare ipotetiche discussioni con il pappagallo, chi ad osservare meravigliato i pavoni, con le loro grandi code colorate.
Negli anni quel parco, maltenuto e sporco, ha perso i visitatori, fino ad essere chiuso
per totale assenza di cura verso gli animali.
Nell´estate del 2010 ero in vacanza qui a Colonia con il mio nipotino,  e ci proposero di visitare lo Zoo di Colonia, in occasione del 150° compleanno.
Eravamo molto titubanti.
Ale addirittura disse di odiare quei luoghi, perché privavano gli animali
della loro libertà.
Tutte le mattine, peró, verso le dieci, trasmettevano su WDR, la TV locale,
documentari sugli animali, in particolare sugli Zoo in Germania.
Intervistavano i veterinari e gli inservienti che ogni giorno si prendevano
cura di ippopotami, giraffe, elefanti, interagendo con loro in modo molto naturale.
Perché non andare a darci un' occhiata di persona?
Eravamo fortunati, perché a giugno il tempo era stato clemente.
Così una mattina, tutti in compagnia, pronti per una scampagnata,
prendemmo la funicolare che attraversa il Reno, e che ci avrebbe portati
giusto alle porte del Parco Zoo, nella sponda destra del Reno.
Essendo un giorno infrasettimanale, gli adulti pagarono 11,00 euro,
Ale 9,00 euro.
Devo dire che era più bello e pulito di quanto ci aspettassimo.
All' entrata c' era un edificio, dove si potevano osservare rettili e insetti da tutto il mondo.
Appena a fianco, si potevano noleggiare dei caratteristici carrettini di legno,
dove i bambini stando seduti, potevano essere scorrazzati per il parco
senza affaticarsi.
Sì, perché il percorso era lunghissimo e sviluppato a temi, dove erano
stati ricreati gli Habitat naturali, per ogni singola specie.
Abbiamo quindi visitato il Nilo con ippopotami e coccodrilli,
la Foresta Pluviale, con variopinte farfalle e uccelli,
la Savana, con mastodontici elefanti assieme a due esemplari
di pochi mesi che si nascondevano tra le zampe della mamma.
Ma la cosa che ha affascinato di più Ale è stato il momento della merenda per
le scimmie dal" culo rosso".
Alle 15.00 in punto una sirena ci ha avvisato di recarci presso l' isola delle
scimmie: un vero isolotto, circondato da un fossato, con tane e funi,
era il luogo dove vivevano queste simpaticissime e dispettose scimmiette.
E avevano veramente un gran culo rosso.
Di certo una razza molto intelligente, perché riuscivano a farsi beffa del
loro addestratore, rubando dai secchi carote e mele, piroettando
in equilibrio tra le funi e le torrette, tra le risate e gli applausi dei bambini
e non solo.
Alla fine ci siamo detti soddisfatti della visita, anche se sempre dell' idea che
gli animali non devono vivere in cattività.
Ma se gli Zoo devono continuare ad esserci, almeno quello di Colonia
può essere di esempio, in quanto a pulizia, e professionalità.
Di quel giorno ho solo poche foto, senza le boccacce di Ale.
Quella che vedete nel titolo riguarda proprio le scimmie, con un cucciolo
di un mese aggrappato alla mamma.
A presto.

1 commento:

  1. Concordo, anche io non amo gli zoo ma se proprio devono esistere, meglio che siano come questi :-)

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